Alla fine era arrivato.
Sotto forma di male oscuro, sintomi sempre diversi, pigrizia galoppante, dolori un po' qua e un po' la' e tanta, ma tanta, paura.
Era arrivato e nessuno, tantomeno Flint, l'aveva riconosciuto per quel che era.
Allora vai di medici, specialisti, esami da fare e esiti da ritirare... finche' un giorno, guardandosi indietro, scoprì che erano passati quasi sei mesi da quando era cominciato... ed era lampante di cosa si trattasse:
il nemico aveva provato a spezzare il vecchio e debole nano, nell'illusione che bastasse attaccare lui per dare inizio alla fine del gruppo.
Ma Flint non era il gruppo e non aveva mai pensato di esserlo; cosi' il tentativo del nemico falli' miseramente e, quando fu chiaro che non poteva vincere, si accani' sul nano, cercando di distruggerlo.
Intanto il gruppo era sempre li' e gli amici, che del gruppo fanno parte, anche.
Cosi', aiutato da questa consapevolezza, risollevo' la testa e usci' dal quel posto buio dove era stato rinchiuso per mesi; ancora una volta il sole arrossava la sua pelata e, guardando in alto, vide l'aquila volteggiare e indircargli la strada.
Assaporo' l'aria fresca della montagna e il calore degli amici intorno; le ferite subite nei mesi di prigionia non sarebbero certo guarite in fretta ma prima o poi sarebbero sparite, adesso ne era certo.
Era tempo di ripartire; cosi' si volto' ancora una volta verso il mondo e, sentendosi finalmente vivo, comincio' a camminare:
Era tornato.
Grazie a tutti,
Flint