Ricordi e impressioni di un nano scorbutico
Il giorno che precede l'impresa - Sera
Umpfff!!!
Come al solito in ritardo!!!
Ma li capisco... ogni missione importante deve essere preparata adeguatamente e ognuno ha i propri tempi.
Ci hanno convocato, vecchi e nuovi, per ritornare nella tana del Geco e portare a termine un'altra impresa nel nome del Gruppo.
Due sono i nuovi:
-La prima, che gia' si era unita a noi sotto falso nome nella prima impresa della stagione, e' gia' qui da me... non puo' piu' nascondersi dietro al montanaro nome di Heidi, ormai ho scoperto la sua natura di elfa dei boschi, ed e' cosi' che la chiameremo d'ora in poi.
-Il secondo arrivera' con gli altri, un moschettiere capace di imbracciare con la stessa maestria spada e chitarra torna sempre utile ed e' il benvenuto.
Eccoli!
Come al solito chi ha potuto ha risposto all'appello:
- L'inquisitore elfo, compagno di tante avventure;
- Little J, colui che non si ferma mai;
- Granpasso, colui che si mette alla testa e detta i ritmi dell'impresa;
- Il Geco, piccola ma importante presenza nel gruppo, la sola al mondo capace di aderire e mimetizzarsi completamente con qualsiasi tipo di roccia :-)
- E infine io, vecchio e scorbutico nano delle colline che chissa perche' si e' trovato spesso alla testa di cotanta compagnia nobile e intrepida.
Cmq, bando alle riflessioni!
E' ora di partire:
Io, l'Elfa, il Geco e il Moschettiere ci faremo trasportare dal dragone Azzurro, mentre gli altri tre compagni saliranno sulla schiena del drago d'Argento... E' ormai finita l'era delle guerre draconiane, in cui i Colorati, servendo il male, combattevano accanitamente cercando di annientare i Dorati e gli Argentati... il mondo e' andato avanti ed ora tutti i draghi, almeno loro, vivono in pace.
La mia umile dimora dara' asilo al piccolo drago blu del Geco, ancora troppo giovane per affrontare siffatto viaggio.
I nani e gli elfi sono diversi... non solo perche' in genere noi siamo bruttini a vedersi e loro il contrario... sono diversi in tante cose... ad esempio l'elfa vorrebbe approfittare dell'alito del mio drago per scaldarsi ma questo mi costringe a viaggiare senza la mia fida armatura per non morire affogato nel sudore... (ah.. questa e' un'altra diversita'... noi sudiamo mentre gli elfi, almeno gli elfi femmina, no..).
Arriviamo a destinazione nel cuore della notte alpina, tutti dormono ma qualcuno, forse scrutando i cieli in attesa di un segno o forse avvisato del nostro arrivo, ci aspetta con la luce accesa per dare un po' di ristoro a questi viandanti stremati.
Anche il vecchio saggio Liuk delle Valanghe e' rimasto ad aspettarci... ma si tiene prudentemente e gentilmente a distanza... e' nota infatti l'avversione della parte femminile del popolo Elfo per la sua specie.
Scaldati nel cuore e nelle menti (e soprattutto nello stomaco...) dall'accoglienza ricevuta ci introduciamo nella gelida tana del Geco, che troviamo tale e quale come l'avevamo lasciata tempo fa, quando la bianca coltre si stendeva su queste lande.
E' tempo di riposare, domani ci aspetta una parte importante dell'impresa.
Il Geco e l'Elfa della Foresta nella piccola ma accogliente stanza dei dolci sogni, noi cinque nella stanza del focolare, che ancora si ricorda di noi.
La formazione e' la stessa della prima volta, solo che l'inquisitore ha preso il posto di Tex, lasciando il suo al Moschettiere.
Il giorno dell'impresa
Svegli e vigili (???!!!).
Nell'aria si diffonde gia' il profumo del caffe' dell'inquisitore, famoso ormai come il suo coraggio.
Colazione "frugale"; si parla poco, ognuno forse pensando al compito che ci attende:
Portare l'effige e il buonumore del GVMI anche in quel luogo ameno che e' L'ospizio Sottile,posto a cavallo tra due mondi, cosi' simili ma anche cosi' diversi tra loro.
Forse solo io mi accorgo che coloro che sempre cercano di avversare le nostre imprese sono gia' all'opera: l'Elfa ha subito un attacco stanotte, ne e' la prova il gonfiore che ha sul collo.. ma per non allarmare il gruppo liquidiamo il fatto come un banale colpo d'aria...
la terro' d'occhio...
Cosi' si parte.
Scendiamo un poco di quota, chiedendo ancora una volta un passaggio ai nostri cari e fieri Dragoni.
Finalmente eccola: la porta e' li', visione tremolante e mimetizzata dietro l'inizio di un anonimo sentiero numero 11; sembra niente ma noi del gruppo sappiamo che, come sempre, una volta oltrepassata la soglia non si potra' piu' tornare indietro, qualunque cosa ci aspetti dall'altra parte.
Animo!
Andiamo...
Di colpo le case spariscono e ci troviamo nel bosco; il sentiero si alza, sempre piu' ripido ad ogni passo, portandoci in quota in poco tempo (ma chi puo' dire come scorra il tempo da questa parte della fantasia?).
Come al solito mi sento responsabile, precedo il gruppo e controllo la sicurezza del percorso.
Stavolta sara' dura.
Incontriamo il bestiame autoctono ma dei giganti loro padroni nemmeno l'ombra... si tengono nascosti... razza orgogliosa e schiva, capace di essere migliore del migliore amico ma anche piu' pericolosa del peggior nemico.
E finalmente usciamo dal bosco e... eccolo: il reame di smeraldo!
Un posto passato a lungo nei nostri sogni, capace di ridonare la serenita' a chi l'ha perduta ma, se possibile, per questo ancora piu' pericoloso... ti strega, ti fa perdere la memoria della missione e alla fine ti ingloba in se' e non ti lascia piu' andare... dovremo stare attenti!
Mentre noi ci gettiamo a godere un po' di questa tranquillita' (ma il mio occhio e' sempre vigile... l'Elfa comincia a dare segni di spossatezza.. il veleno sta facendo effetto... speriamo di arrivare in tempo..) L'Inquisitore, dall'alto della sua esperienza di diplomatico, trova subito il guardiano del luogo (mimetizzato sotto forma di timido ranocchio) e ci presenta ad uno ad uno.
Otteniamo cosi' il permesso di riposarci per un po' e l'assicurazione che su di noi non verra' gettato alcun incantesimo.
L'aria pero' e' cosi pregna di magia che, se ad un certo punto non facessimo un tremendo sforzo di volonta' per alzarci e riprendere il cammino, la nostra impresa non verrebbe mai portata a termine.
Vento....
Il nemico assume molte forme e qui le peggiori sono il vento e il freddo...
Ci siamo divisi, per non fornire un bersaglio troppo evidente:
Davanti ci sono i soliti tre, combattono e tagliano l'aria con il loro passo deciso e veloce.
Poi arriviamo io e l'Elfa, il cui stato peggiora sempre piu'... il veleno la sta asciugando ma ogni volta che la guardo negli occhi capisco che alla fine ce la fara'... arrivera' su con noi.. e su c'e' l'antidoto...
A chiudere le fila come al solito il Geco, accompagnato dal Moschettiere, che non sa che le difficolta' della gracile creatura sono solo una finta... si e' messa in retroguardia per proteggerci.
I primi tre sono su da un po'...
Io e l'elfa arriviamo adesso e qui il vento urla ancora di piu', frustrato dal nostro successo.
Arriva il Moschettiere da solo: il Geco, che ufficialmente si e' persa, ha fatto un giro piu' largo perche' ha intravisto un essere pericoloso che cercava di attaccarci sul valico... la rivedremo dopo un po' con addosso i segni della lotta.
Finalmente siamo all'ospizio e ci siamo tutti! Ora che il custode del valico (che, come e' noto, non sta ne' da una parte ne' dall'altra) ci ha portato l'antidoto, anche l'Elfa sta meglio.
Seppur tra mille avversita' anche stavolta siamo a destinazione e portiamo a termine, con la consueta maestria, l'immane impresa:
-Polenta
-Ragu' di cervo
-Salsicce
-Brasato
-Formaggi
-Torte
-Vino
-Caffe'
-Grappe e Genepi'
Il geco cade stremato sul desco (mi raccontera' poi la dura lotta contro l'essere di pietra... ma questo forse fara' parte di un'altra storia...) ma non c'e' tempo, bisogna subito riprendere la via del ritorno:
le porte della fantasia si spostano e cedere alla stanchezza e' il modo migliore per perderle e rimanere intrappolati.
Usciamo cosi' a riaffrontare il vento e il freddo che, se non sono riusciti ad abbatterci prima, cercano almeno di farci perdere in questa terra di nessuno.
Come in salita ci dividiamo, solo che questa volta in retroguardia ci siamo io e l'Elfa che, furrrrba, ha assunto, con quella capacita' mimetica che sempre le ho invidiato, le sembianze dell'essere ZP, capace di spaventare chiunque.
Teniamo cosi' a bada il nemico e finalmente raggiungiamo gli altri nel reame di smeraldo dove, forti del lasciapassare ottenuto all'andata, otteniamo di riposarci un poco, godendo di cio' che Messer Sole ci puo' dare.
Il regno e' gentile con noi e ci lascia andare con la serenita' nel cuore e una punta di nostalgia per quello che lasciamo.
Riprendiamo a scendere e reincontriamo il bestiame autoctono; il Geco e l'Elfa, le piu' sensibili tra i viandanti, si accorgono subito che qualcosa e' cambiato: le bestie ci tengono d'occhio, si avvicinano e sembrano farci passare su un percorso obbligato, come se dovessimo raggiungere qualche posto in particolare... e infatti dal nulla appare una stamberga e gli esseri che la abitano...
i Giganti!
Incontro raro e prezioso.
Nessuno conosce la vera natura di questo popolo e soprattutto pochi sanno che il loro corpo prende la forma che la nostra mente gli da'... ce li hanno sempre descritti come essere enormi, rozzi e trasandati ed e' cosi che noi li vediamo... o che loro si mostrano.
Basta pero' guardarli negli occhi, immutabili e di una profondita' spaventosa, ma anche gentili, per capire che e' tutta una facciata.
Antichi e fieri, con la saggezza secolare che li contraddistingue, ci riconoscono per quello che siamo e ci accolgono con ospitalita', offrendoci quello che producono in questa parte di universo: prodotti che useremo stasera durante i consueti festeggiamenti per il buon esito della missione.
Riprendiamo il cammino, consci che quell'incontro non e' stato casuale.. ne parleremo anche stasera prima di goderci il meritato riposo.
Adesso il tempo, da questa parte della porta, sembra precipitare, cosi' come il sentiero che diventa di colpo ripido e pericoloso... forse io solo capisco che i prodotti dei Giganti sono stati il ringraziamento di chi ci aveva convocato per aver portato a termine la missione ma che adesso il nemico, che non ci ha saputo fermare, non vede l'ora di sputarci fuori, magari riuscendo anche a farci del male.
Il gruppo pero' e' attento; ci aggrappiamo alle rocce scivolose, schiviamo le radici che spuntano all'improvviso e finalmente siamo alla porta!
Dietro si intravedono i nostri fidi Dragoni, avvisati dagli esseri dell'aria del nostro successo e gia' pronti a riportarci nella tana del Geco.
La tana.
Liuk delle valanghe e' sulla porta e ci ringrazia in quel suo modo discreto... solo ora capisco che e' lui Colui che ci ha convocato... e' piu' potente di quel che crediamo..
Finalmente tranquilli ci dedichiamo alla preparazione dei festeggiamenti mentre, chi prima e chi dopo, ci laviamo via i residui della missione.
Abbiamo deciso, nel pianificare questa due giorni, per una regale pasta in onore del paese di Colei Che Sa Amare, anticipata da affettati e formaggi e seguita dai dolci frutti del melone, riempiti col nettare rosso di Portoghese memoria.
Si decide anche di utilizzare i doni dei Giganti per una tonificante pasta coi sapori forti di ricotta e spinaci, frutti del bestiame autoctono (si', anche gli spinaci, visto dove sono stati colti...).
Il tutto accompagnato dal solito nettare che i tre compagni storici (Granpasso, L'inquisitore e Little J) hanno come al solito sapientemente scelto.
Si discute durante la cena e a tenere banco e' l'incontro coi Giganti, ci sono opinioni divergenti ma tutti siamo stati colpiti dall'episodio, questo e' certo!
Al solito la roba preparata e' troppo abbondante... rimandiamo i meloni a domani...
Intanto qualcuno ha tolto dalla custodia la mia fida sei corde (si' ragazzi, nano burbero ok, logorroico ok, noioso ok... pero' un po' e' bello quando ci si trova intorno alla chitarra eh?!? ;-) ).
Si suona un po' a turno con il Moschettiere (bravo!)... al solito ci si mette un po' ad ingranare ma poi si va... ed e' bello come sempre... stavolta pero' noto, ma forse solo io, qualcosa di diverso:
non c'e' UNA canzone in cui tutti alla fine ci riconosciamo e che diventera' il simbolo della serata... ma ognuno ne trova una propria... quella canzone che gli altri del gruppo non ricorderanno nemmeno, semplicemente perche' la magia della musica ha fermato il tempo per tutti, tranne che per chi l'ha veramente "sentita".
Quella canzone che e' stata capace per un attimo di far diventare le cose come davvero vorremmo che fossero... e almeno per me e' stato bellissimo.. e allora per un attimo abbiamo creduto possibile che una stella cadente non portasse a morire i desideri ma li avverasse... e che il sorriso che a volte abbiamo negli occhi fosse per sempre... e allora anche una frase apparentemente senza senso diventa bellissima... e... E...